http://folgore1964.altervista.org10 Domande a …. Davide RibechiniVogliamo iniziare questa nuova rubrica facendo ogni volta 10 domande.
Le domande saranno rivolte ad allenatori della Folgore, a giocatori di ieri e di oggi, a chi ruota intorno al mondo giallorosso o della Pallavolo in generale.
Iniziamo questa nuova rubrica facendo 10 domande a Davide Ribechini, Allenatore della Serie C Femminile.
1) Chi è Davide Ribechini ?Alleno a tempo pieno da undici anni circa, dopo aver giocato per altrettanti.
Mi ha avvicinato alla pallavolo, come giovane atleta, il compianto Lamberto Mariani, nel suo Migliarino Volley.
Ho disputato lì molti campionati, poi ho militato nel Vbc Calci e nell’Arno Castelfranco.
Appartengo alla vecchia generazione per due motivi: il primo è che ho fatto tutti i ruoli, dal centrale-ricettore, allo schiacciatore di posto quattro, all’opposto, il secondo è che..mi piaceva stare nel campo, contrariamente a tanti ragazzi/e di oggi che si fanno abbindolare dai lustrini del “completare le rose” nelle categorie di alto livello.
La serie C era la mia categoria ideale e ho fatto principalmente quella, giocando sempre e anche con buoni risultati.
Ad allenare mi ha spinto Giovanni Mazzei, presidente della Libertas Calci, società alla quale mi ero avvicinato per una collaborazione più organizzativa che tecnica. Mi è piaciuto ho appeso presto le scarpe al chiodo (29 anni) e ho dato sempre più spazio all’attività da coach, fino a farla diventare la mia principale occupazione. Come accade in questi casi ho iniziato a girare, l’esperienza più lunga e gratificante è stata a Borgo a Buggiano, quattro anni dove penso di aver lasciato qualcosa soprattutto a livello giovanile.
2) Perchè hai scelto di venire a San Miniato?Ho scelto di rispondere positivamente alla chiamata della Folgore, perché in Toscana è forse la società più “famosa” a livello giovanile, conosciuta anche fuori regione e con una grande tradizione a livello di allenatori.
Poter cercare di lasciare il segno, nel mio piccolo, contribuendo ad allungare la striscia dei successi o a tirar fuori qualche altra atleta di livello, corrisponde a quel che cerco in questo momento dalla pallavolo.
3) Parlaci della tua Serie C Femminile?La società mi ha messo a disposizione due gruppi di qualità assoluta, l’Under 16 2000 e il gruppo Under 18/Serie C.
Sono soddisfatto perché in entrambi i casi si è cercato di mettere in palestra atlete disposte a lavorare nel modo giusto; per me allenare non è gestire ma insegnare e far migliorare, non do mai troppo peso ai valori di settembre quanto a quelli di maggio/giugno paragonati a settembre.
4) Primi bilanci di gioco e classifica dopo queste gare?Parlando della serie C, non posso essere soddisfatto della classifica ma non vuol dire che questa non rispecchi ciò che abbiamo dimostrato fino a questo momento. Secondo la mia opinione, siamo cresciuti molto rispetto all’inizio e il trend di prestazioni, tra alti e bassi individuali spesso imponderabili nelle giovani, è positivo. E’ la categoria che non è facile. A quanto ne so non ci sono squadre con un età media anche solo simile alla nostra, l’unica è Montelupo ma infatti vive la nostra stessa situazione.
5) Come giudichi la scelta societaria di puntare sui giovani?“Sposo” in pieno la causa di far giocare le giovani in categoria.
Ovviamente devono avere disponibilità, umiltà, “fame”, altrimenti è tempo perso, ma se hanno queste doti io sono un allenatore che mette alla prova senza tanti preamboli.
Precisando che “giocare” vuol dire “giocare” e con una certa continuità: anche quest’anno di tante ’97-’98-’99 e 2000 si sono perse le tracce tra i fondo-panchina di B e C, dopo i fuochi fatui estivi e le promesse.
6) Quali sono i traguardi futuri della tua Serie C?Il traguardo con la C è vincere il maggior numero possibile di partite senza derogare al progetto tecnico. Non intendo le partite strettamente sufficienti a salvarsi, intendo “il maggior numero” e forse una in più. Una squadra giovane deve sempre provarci, anche un po’ alla “garibaldina”, se va piano sparisce dal campo.
7) Si parla ogni anno di un livelo medio tecnico che sta calando. In tutti i campionati. Sei d’accordo?Sono d’accordo sul fatto che il livello tecnico dei campionati stia calando, semplicemente perché cala quello degli interpreti, da un punto di vista qualitativo e numerico.
E’ difficile allenare i giovani, convincerli a sacrificarsi, e tenerli in palestra nel modo giusto.
Diceva Lorenzetti, già qualche anno fa, che i ragazzi italiani non hanno la tecnica del tuffo (e, nel femminile, della rullata).
Si sta perdendo la naturalezza con cui si andava a terra. Perché ? Perché è impopolare fare un allenamento sui tuffi.
Uguale nel rapporto palleggiatori e palla medica.
Uguale sul bagher.
Si insegna un po’ di tutto senza fermarsi troppo.
La tematica si lega al forte abbandono nelle categorie giovanili, soprattutto quando si arriva “in vista” della prima squadra (scarsa motivazione, attività considerata ludica e non agonistica), e alla poca predisposizione al sacrificio che fa rifiutare la panchina e quindi quel periodo di ambientamento necessario per poi affrontare la categoria, quale essa sia, nel migliore dei modi.
Lo scarso numero di atleti/e in grado crea, di conseguenza, la necessità di pescare nelle categorie inferiori, quando non nella Uisp, per completare una rosa di C-D femminile ma anche di B, nel maschile, i ragazzi/e che arrivano sono catapultati con un processo di formazione ancora incompleto, tanti atleti/e sono forzati ad occupare dei ruoli, classico l’esempio dello schiacciatore con poco bagher impiegato nel ruolo di “banda” per necessità virtù, i laterali di adesso giocherebbero quasi tutti opposti ma non perché forti in attacco…perché scarsi in ricezione.
Con queste premesse, secondo me, è logico considerare la serie C di adesso imparagonabile a quella di quindici-venti anni fa, nonostante la crisi economica porti molti atleti/e potenzialmente di B a scendere per “raccattare” gli ultimi rimborsi.
8) Se questo è vero, quali sono i motivi di questo “arretramento” ?Mi sembra di aver risposto in maniera più che esauriente sopra ahahhah
9) Quali sono i metodi e ricette per attirare sempre più giovani verso il nostro sport?La Folgore, per mia opinione, dopo aver visto da vicino quanto già si intuisce da fuori, dispone di un’ottima organizzazione per il reclutamento.
I numeri ne sono testimonianza, anche per quanto riguarda i maschi, è raro vedere un allenamento affollato di bambini piccoli, e qui c’è.
Tutte le iniziative portate avanti, compreso il lavoro sulle scuole, danno frutti.
Una nota dolente, giusto per trovare qualcosa di meno positivo, è la situazione degli impianti.
E’ una fortuna che siano affollati, ma a dirla tutta servirebbe qualcosa di più, un “pallone”, dove appoggiare e radicare l’attività dei Corsi liberando qualcosa per le squadre agonistiche e per le gare. Comunque sia, sono problemi che è sempre meglio avere.
10) Hai un sogno, pallavolisticamente parlando, che vorresti realizzare?Per non essere banale, indicando obiettivi a breve termine, mi piacerebbe prendere un gruppo giovanile, integrarlo ogni anno pian piano con quel che serve, sempre nella stessa età, e portarlo su nelle categorie, promozione dopo promozione.
La famosa cavalcata della Carrarese di Giannetti, che io non ho visto ma sentito raccontare, mi ha sempre entusiasmato, chissà che non sia possibile un giorno riproporla, anche in piccolo e con le dovute proporzioni.