CITAZIONE (m11 @ 14/6/2011, 17:03)
CITAZIONE (gibbo2 @ 14/6/2011, 12:15)
Hai qualche risposta emme77 al tuo quesito?E te m11?
Riprendo approvando quello detto da emme77.
La chimera del risultato immediato, della vittoria in un under 14 provinciale, se non addirittura in un under 12, porta a privilegiare (si fa per dire) il lavoro su quelle bambine chepermettono di vincere subito con minor fatica.
Lavorare su una bambina con grossi dote fisiche coporat all'inizio tanta tanta fatica, tatanto tanto sacrificio e magari non permette di vincere.
Il modo di ragionare bieco di alcuni allenatori e presidenti è questo: voglio vincere, voglio poter dire di essere il più bravo in quanto ho vinto.......poi se in prima squadra non arriva una sola giocatrice e bisogna prendere 12 giocatrici da fuori per fare una serie C o una serie D, pazienza
Inserisco intervento dal forum tecnico foppapedretti per me molto interessante.www.volleybergamo.itDomanda: Come allenare le spilungone?
Mi chiamo Gianni e alleno una squdra di under14 femminile. Ho una domanda per la vostra rubrica: nella mia squadra ci sono 2 ragazze alte, in peso forma perfetto rapportato all'altezza, ma soffrono di una cronica lentezza negli spostamenti e nei movimenti in generale.
Questo comporta difficoltà ad impiegarle in ruoli da attacanti, pechè il passo stacco lo fanno al rallentatore e la velocità di braccio nel colpire la palla è troppo bassa; una delle due ha anche un buon tocco di palla in palleggio, ma anche in quel ruolo si ripresentano i soliti problemi (lentezza nel partire e nell'arrivare sulla palla); quali sono gli esercizi che posso fare per aumentare la velocità di spostamento, di passo stacco e di colpo sulla palla per riuscire a sfruttare l'altezza di queste ragazze?
Grazie per l'attenzione
Gianni
Risposta:
Ciao Gianni,
credo che in parte tu ti sia già risposto nella domanda, cerco di farmi capire.
Quando una giocatrice molto giovane è piuttosto alta, presenta a volte dei deficit di forza importanti, che ne limitano l'abilità soprattutto in un gioco come la pallavolo, ricco di movimenti e gesti innaturali. Il primo accorgimento che mi viene in mente quindi è quello di valutare con l'aiuto di un preparatore fisico, la necessità (se già non lo stai facendo in maniera appropriata), di inserire nel lavoro settimanale delle sedute di rinforzo muscolare. Spesso parlare di pesi genera apprensione quando si parla di giocatrici giovani, ma ti assicuro che si può fare un ottimo lavoro senza introdurre particolari carichi, solo utilizzando il carico del peso corporeo e magari esercizi in instabilità; per questo però ti rimando ad una chiacchierata con un preparatore atletico, che può essere più chiaro e più esaustivo di me, permettendoti anche di programmare qualcosa che tolga il minor tempo possibile all'allenamento con la palla che è sempre la nostra priorità.
Dicevo che ti sei in parte risposto, perchè le problematiche che hai evidenziato sono proprio la prima tappa da affrontare con pazienza: le giovani così alte necessitano di molto lavoro analitico per stabilizzare le tecniche, in particolare per quanto riguarda la rincorsa e il braccio d'attacco; successivamente possono incrementare la loro abilità inserendo le gestualità apprese, con allenamenti di sintesi o di gioco, ma difficilmente riescono a strutturare le tecniche senza un volume di lavoro analitico importante. Quindi ti consiglierei di lavorare molto proprio sulla dinamica della rincorsa, partendo da uno step in cui curi con attenzione l'azione di stacco-salto, facendo partire la tua giocatrice da posizione di equilibrio sul piede opposto al braccio d'attacco, per eseguire l’azione di stacco – salto con stacco di DX-SX con un tempo molto ravvicinato; puoi anche inserire un ostacolo (tappetino ad esempio) in modo da enfatizzare l'ampiezza dello stacco, oppure far partire l'atleta da un piccolo rialzo, (tipo un attrezzo per lo step), che aiuta ad accelerare l'ultimo passo e a ricreare una spinta verticale nel salto. Successivamente inserisci la rincorsa completa: ad esempio dopo autolancio e rincorsa, la giocatrice deve afferrare la palla alla massima altezza (cura che non finisca sotto la palla). In questo momento è importante che ti occupi dell'anticipo delle braccia, ossia che le braccia stiano già salendo per caricare il colpo prima che l'atleta si stacchi da terra nel salto. A questo scopo puoi sensibilizzare la sua attenzione facendole schiacciare la palla a due mani nel campo opposto curando proprio la dinamica delle braccia in salita nel caricamento; e ancora puoi far schiacciare sempre a due mani con lo stesso obiettivo una palla lanciata da te o da un tuo assistente in corrispondenza del primo appoggio sinistro della rincorsa, con palla un po’ più bassa di una “mezza” in modo da mettere sempre a tempo l'attaccante permettendogli di concentrarsi sul lavoro delle braccia.
Per quanto riguarda il colpo, io ricreerei un percorso dove l'atleta deve prima eseguire dei colpi d'attacco con una pallina di dimensioni ridotte (tipo tennis) piedi a terra e magari con la rete bassa in modo da dominare la palla senza alcun problema di calcolo di traiettoria ecc., così da potersi concentrare solo sulla fluidità del gesto d'attacco; successivamente si può passare ad attaccare la palla dopo autolancio della stessa atleta per poi colpirla sempre con riferimento di una rete bassa o un elastico da superare per poter enfatizzare anche l'azione del polso, oppure contro una parete, consentendole, quando la palla torna precisa, di dare continuità ai colpi, sempre con cura estrema della gestualità delle braccia. Un bell'esercizio, che obbliga a distendere il braccio per colpire la palla e a far salire la spalla senza portare prima avanti il gomito, è quello di fare attaccare dall'atleta in piedi su un rialzo la palla lanciata dal tecnico da vicino a rete nell'altro campo: l'attaccante deve raggiungere e colpire la palla senza colpire col braccio il nastro superiore della rete prima di aver terminato il colpo sulla palla.
Dopo questi esercizi di super-analisi, puoi mettere insieme rincorsa e colpo, magari con l'ausilio di un attrezzo che tiene la palla ferma all'altezza che il tuo attaccante raggiunge col salto permettendogli ancora di concentrarsi su rincorsa e braccia, ma finalmente colpendo la palla dopo il salto. In seguito, ancora puoi far eseguire la schiacciata lanciando tu la palla come fosse un attacco di primo tempo dopo che l'attaccante ha eseguito la rincorsa d'attacco, curando l'accelerazione dello stacco e del braccio per arrivare a schiacciare. Alla fine, sempre dando un riferimento preciso per il ritmo della rincorsa, fai ripetere attacchi di palla mezza facendo corrispondere alla partenza della rincorsa il tuo lancio, oppure al primo passo d'appoggio un lancio un po' più basso di una palla mezza. Tutto questo per limitare al massimo l'attenzione da “perdere” per calcolare la traiettoria e il tempo sulla palla, mettendo tu stesso il giocatore a tempo. Un elastico che corre parallelo alla rete all'altezza della pancia distante 70-80 cm da rete può far sentire al giocatore se durante il salto e l'attacco non verticalizza bene o stacca troppo
distante da rete saltando in lungo; è un ostacolo che non dà preoccupazioni durante l'esecuzione, ma è un buon tester, così come una riga di nastro a terra per verificare dove si atterra.
Le ripetizioni e la pazienza fanno il resto, ma senza una mole importante di questi lavori è difficile far stabilizzare le tecniche alle spilungone.
Spero di esserti stato d'aiuto per quanto a parole sia difficile spiegarsi con precisione! Buon lavoro!!!!!!
Stefano Lavarini
Assistente Tecnico Norda Foppapedretti Bergamo