link all'articolo volleyball.itLega donne, Fipav, Italdonne: è tempo di cambiareSatira: Il bello, il brutto, il cattivo e lo sceriffo...
Forse è tempo di cambiare.
In Lega donne... Ma tanto non cambierà.
In una situazione normale qualcuno ci avrebbe rimesso la poltrona. Non per cattiveria gratuita, ma per manifesta incapacità. La vicenda della Coppa Italia cancellata fa capire perché nemmeno nella paludosa Cev non ci prendono più sul serio...
In una manciata di anni questa manifestazione ha ricevuto schiaffi e offese senza tregua dai vertici della lega donne...
Sempre nell'era dello Sceriffodeldopingamministrativo© peraltro...
Prima l'idea di accorpare A1 e A2... Un dirigente di quella lega disse che il progetto “autorizzava i club di A2 a sognare la qualificazione alla Champions League...” dimostrando, come fu, di non conoscere la pallavolo italiana e le differenze tecniche e di budget esistenti tra i due massimi campionati.
Un anno fa la “brillante” idea del torneo qualificante che univa in una unica classifica manifestazioni amichevoli pre campionato di dubbio valore tecnico e organizzativo. Le squadre senza tesserate nel periodo pre campionato fecero annullare diverse gare, diversi i 3-0 a tavolino.
Quest'anno il pasticcio delle date. Sì, la lega ha un bel da sottolineare che il suo planning è stato varato e approvato il 7 maggio e il 20 giugno e che la FIVB ha ufficializzato le date dei transfer il 12 luglio, ma è arcinoto da sempre che il planning lo decide la federvolley mondiale... Non lo Sceriffo. Peraltro un anno fa a planning internazionale stilato la stessa lega dimenticò la World Cup... Di cosa vogliamo parlare?
Insomma non meraviglia la decisione della Cev di non abilitare la Coppa Italia per la qualificazione alla Champions.
Lunedì l'assemblea elettiva di lega donne. Un movimento interessato a se stesso cambierebbe il suo vertice e lo riconsegnerebbe a gente competente della materia. Non a chi per lo sport, per questo sport, non ha alcun interesse reale.
Magri, coach Mencarelli e Petrucci, presidente Coni - foto © Tarantini
Forse è tempo di cambiare.
Anche in Federazione. Avallare certe situazioni, dalla mancanza di comunicazione, zero idee di marketing (acquisire spazi sui media per celebrare il bronzo olimpico?), zero rapporti con i media (salvo quello oramai ad personam), o scelte farraginose e dettate dalle pressioni di questo o quel comitato regionale senza una reale programmazione pluriennale, oltre a nessuna vera programmazione per il beach volley nazionale e giovanile, ci fa capire che si è persa di vista la palla. La mission... Ultimo esempio, se è vero che uno come Bonitta non allenerà la nazionale juniores il prossimo anno ai Mondiali dopo aver visto un Europeo incredibile, beh questo è indice che in questa federazione, al di là delle parole di prassi di Magri il giorno dopo l'oro, c'è davvero qualcosa che non va.
Forse è tempo di cambiare.
Non va nemmeno che l'attuale presidente Federale resti in sella a questa federazione per i prossimi quattro anni. Caro Presidente, non ne faccia una questione personale, anzi, temiamo e tremiamo all'idea di chi potrebbe sostituirla ora, ma non è possibile che una federazione veda alla sua guida la stessa dirigenza per molti più anni di quelli concessi, ad esempio, ad il presidente degli Stati Uniti...
Wei - presidente Fivb in scadenza - un anno fa ci disse: “Non importa chi verrà dopo di me, bisogna cambiare. Il cambiamento porta novità, nel bene e nel male”.
Ma non cambierà. Magri presidente (lo è dal 4 giugno 1995), Cecchi e Cattaneo vice presidenti. Scommettiamo? Il Mondiale 2014 è la manetta che blinda tutto il movimento perché nessuno, oltre a Magri, ha il coraggio di prendersi la responsabilità organizzativa (ed economica) dell'evento. Ma purtroppo, come per il maschile, dopo non ne resterà nulla.
Forse è tempo di cambiare.
Anche in nazionale femminile. Ne abbiano parlato poco perché il bronzo maschile ha fatto puntare i riflettori altrove. Siamo arrivati alle Olimpiadi e abbiamo constatato con mano che il livello internazionale in una rassegna che conta aveva ben altro gioco e altro ritmo. Ben diverso dall'Europeo (dove peraltro nell'ultima edizione non abbiamo nemmeno brillato). Sono stati fatti errori nell'avvicinamento ai Giochi. Certo è facile dirlo dopo, ma tant'è, se non è stato fatto prima, oggi possiamo farlo con la giusta serenità e distacco.
Forse si è giocato troppo poco mentre tutte le altre nazionali si dividevano tra Gran Prix, tornei continentali e quant'altro. Poi alla squadra sono mancate risorse, alternative, nei momenti vivi dei Giochi.
Forse il successo in World Cup, torneo peraltro poco preparato ma giocato con le atlete provenienti direttamente dal campionato, ci aveva illusi. Le altre però devono aver fatto passi da giganti per giocare così a Londra. E' quanto è stato osservato nella "gara-no" con la Corea. Una partita che è riduttivo etichettarla come semplice giornata storta delle azzurre, perché comunque quanto visto nella due giorni conclusiva è stata una pallavolo diversa rispetto a quella offerta dall'Italia.
Dire queste cose non è mancare di rispetto a chi ha fatto tantissimo in questi anni, da tecnico ad atlete. Spesso le ragazze azzurre hanno reagito ai giudizi - sempre comunque educati e civili - con atteggiamenti da lesa maestà.
No. Sono e restano il meglio che i nostro movimento ha prodotto negli ultimi dieci anni, molte di loro ci hanno regalato anche il Mondiale 2002, ma non è lesa maestà constatare che fuori dalle nostre palestra c'è chi oggi ha più energia, più vitalità, più gioco. E' tempo di cambiare.